Home » Recensione: Gli adolescenti trogloditi di Emmanuella Pagano
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Non è mai facile, e in questo periodo più che mai, parlare di transgender, soprattutto se a decidere di effettuare il cambio di sesso, che è sempre una rivoluzione importante, mai banale, sono i giovani, gli adolescenti, già gravati dai moti di un’età difficile e che si ritrovano anche a dover fare i conti con il disagio di non identificarsi con la propria identità, con il proprio corpo.
È una decisione, e un percorso, difficile quella di cambiare genere, che apre le porte a problemi non solo di natura fisica, che tutto sommato sono temporanei, ma anche e soprattutto di pregiudizio e consenso sociale. Eppure la scrittrice francese Emmanuella Pagano, autrice del romanzo Gli adolescenti trogloditi (L’Orma editore, pp. 200) riesce ad affrontare l’argomento con coraggio e una delicatezza unica. Ogni pagina riporta con attenzione le anse e le insenature dell’animo della protagonista, Adèle, che un tempo era un ragazzo. Dal rapporto complicato con il fratello, che non ha mai accettato la sua ricerca di un’identità diversa ma che la rendesse felice, alle burrasche in campo amoroso. Dice, infatti, del fratello: “Un uomo tracciato, mio fratello, ma un uomo senza memoria, senza memoria di me da ben dieci anni.” Terribile. Scegliere di essere un’altra persona, lottare contro tutto e tutti per realizzare un desiderio di unicità, è prima di tutto un viaggio intimo e di accettazione di sé, è una scoperta attraverso gli altri, dove il metro di giudizio non è sempre imparziale, né tanto meno empatico. La paura del giudizio altrui, il timore dell’isolamento sociale, i turbamenti e le insicurezze sono tutti temi portanti di questo romanzo dalle descrizioni evocative.
All’inizio ho faticato a entrare in sintonia con la storia, a sentirmi coinvolta, ma poi man mano che procedevo con la lettura le cose sono migliorate e una volta arrivata alla metà, ho dovuto continuare, volevo sapere, non volevo abbandonare Adèle.

Cinzia Ceriani

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