
Chi era davvero il macellaio di Plainfield che negli anni ‘50 ha, con i suoi crimini, sconvolto il mondo e gettato le basi per la moderna psicologia criminale? Perché l’immaginario collettivo è rimasto così affascinato da lui? Perché è necessario porre un netto confine tra “mito-macabro” e realtà oggettiva? E, soprattutto, perché un ometto dimesso e sottomesso come lui ha fatto quello che ha fatto?
È a queste e altre domande che Ruben De Luca, uno dei maggiori esperti di crimini seriali in Europa, nonché creatore della ESKIDAB, la banca dati a uso europeo sui serial killer, risponde nel saggio monografico Ed Gein. Il macellaio di Plainfield (Newton Compton, pp. 288), in uscita in contemporanea con l’omonima serie tv di Netflix.
È a lui, a Ed Gein, che dobbiamo gli iconici personaggi di Psycho e Il silenzio degli innocenti, ma anche il successo di alcuni brani musicali, come Dead Skin Mask, uno dei più celebri e conosciuti degli Slayer. Nonostante la crudezza dei fatti riportati, De Luca ci offre un testo esplicativo, semplice, leggero e fruibile da tutti, con un linguaggio a tratti un po’ prolisso che cattura in modo chiaro anche negli argomenti più scientifici e tecnici, andando oltre l’idea di essere un testo per gli “addetti ai lavori”. In queste pagine l’autore anatomizza (giusto per usare un gioco di parole a tema) nel dettaglio la figura di Ed, ritenuto un serial killer anche se con dei grossi “ma” che non lo fanno rientrare appieno nella categoria. Si inizia con la biografia e l’inquadramento famigliare di Ed, al suo rapporto morboso e simbiotico con la madre dispotica e assolutizzante e il padre violento, fino all’analisi dei suoi crimini e delle sue parafilie, in particolare la necrofilia intesa, più che da una prospettiva sessuale, come il tentativo di Ed di riportare in vita la madre attraverso l’esumazione di cadaveri da cui ricavare oggetti fatti di pelle o ossa o parti collezionabili.
La figura di Ed Gein viene davvero sezionata (perdonate il nuovo gioco di parole), affrontata e presentata da diversi punti di vista: criminologico, sociologico, scientifico, psicologico e antropologico. Non mancano, poi, dichiarazioni estrapolate da audio, interviste ed estratti di documenti ufficiali. Per gli appassionati, è davvero un volume ricco, ben costruito e realizzato, mai noioso o complicato, da leggere per meglio capire determinate dinamiche e avere una visione più lucida e oggettiva sulla controversa figura di questo efferato criminale che mai, in quasi 68 anni, ha smesso di affascinare.
Se volete acquistarlo lo trovate qui
