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La paziente silenziosa di Alex Michaelides

Recensione

Assolutamente spiazzante e impossibile – quasi – da prevedere. E’ uno di quei thriller che piacciono a me, che lasciano a bocca aperta. Inquietante, angosciante, ansiogeno e, oserei dire, al limite della follia. Se si ha un livello di empatia sufficiente ad immedesimarsi nei panni della protagonista, più che in un thriller ci si ritrova dentro un horror, un incubo a occhi aperti. L’ansia traspare palpabile e in continuo aumento pagina dopo pagina, una sensazione di disagio quasi, una tensione che nel finale investe totalmente il lettore. Abilissimo l’autore a costruire una storia d’impatto che trascina in un assurdo vortice di emozioni contrastanti. Ben riusciti, i personaggi. Manipolazione è la parola d’ordine. Forse, a ben pensarci a mente fredda e a distanza di qualche settimana, la storia dà un’idea d’irrealtà, di dinamiche talmente impossibili da lasciare dubbi, è vero. Però… c’è quell’elemento che travolge, quel pathos che rende accattivante e, diciamolo, morbosamente curioso e intrigante questo libro. Un finale da WOW!

Trama

Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un’artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio.

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