Home » L’emulatore di Johana Gustawsson

Recensione

Thriller psicologico/investigativo strutturato su più livelli narrativi e temporali ben equilibrati e incastrati tra loro. Storia convincente e intrigante, coinvolgente. Finale decisamente inaspettato e inquietante. Finalmente un romanzo in cui a metà non avevo ancora previsto ogni cosa. Bello, bello veramente. Personaggi ben caratterizzati e originali, aspetti psicologici ed emotivi ben calibrati, sviluppati e descritti; nulla, nessun dettaglio, viene lasciato al caso. Ammaliante il fil rouge che riporta a Jack Lo Squartatore e alle atmosfere cupe e degradanti della Whitechapel di fine ‘800. L’autrice ha davvero pianificato questa storia in maniera attenta e minuziosa. Consigliato a chi cerca un thriller davvero in grado di sorprendere. Credetemi: una volta iniziato non riuscirete più a smettere di leggerlo.

Trama

Nella foresta di Falkenberg, in Svezia, viene ritrovato il corpo di una donna a cui sono stati asportati grossi pezzi di carne all’altezza dei seni, della vita e delle cosce. Le mutilazioni sono identiche a quelle delle vittime di Richard Hemfield, il serial killer che al momento del suo arresto aveva ucciso l’ex compagno di Alexis Castells e che sta scontando la sua pena rinchiuso in un ospedale psichiatrico da ormai dieci anni. Pochi giorni dopo un’altra donna viene rapita, questa volta a Londra: si tratta della celebre attrice Julianne Bell. Un altro indizio riporta la firma di Hemfield: le scarpe della vittima vengono lasciate vicino a casa sua, in una busta di plastica, con un paio di calzini accuratamente ripiegati. Come può essere possibile? Emily e Alexis, insieme alla detective incaricata di condurre le indagini, Karla Hansen, hanno pochi giorni per riuscire a catturare il colpevole e trovare Julianne ancora viva. Un nuovo tuffo nel passato le aspetta, che le porterà a esplorare legami famigliari profondi e oscuri, fino ad affondare le radici della ricerca della verità nella Londra del 1888, a Whitechapel, sulle tracce e nei vicoli solcati da Jack Lo Squartatore.

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