Home » L’inverno del nostro scontento di John Steinbeck

Recensione

L’inverno del nostro scontento è l’ultimo romanzo scritto e pubblicato da Steinbeck prima di morire e in esso vi ho ritrovato uno Steinbeck vagamente diverso rispetto a quello dei libri che ho letto finora. È uno Steinbeck più riflessivo e meno critico nei confronti della società e del progresso e di come società e progresso agiscano spesso in maniera sfavorevole nei confronti di alcune categorie di persone o classi sociali. Più che un’analisi del rapporto tra uomo e società, vi è infatti un’analisi del rapporto che il protagonista ha con se stesso, la sua storia personale e le persone che lo circondano, amici, famigliari e conoscenti che, per diverse ragioni, alcune egoistiche altre meno, lo vorrebbero sradicare dal suo essere un semplice commesso per indurlo a crescere ed elevarsi professionalmente e a livello sociale, portando quindi a casa più soldi. Ma perché non accettare la natura di una persona? Perché cambiarla per avere più soldi a disposizione? I soldi definiscono chi siamo, il nostro essere. Anche in famiglia. E così cominciano i guai, le manipolazioni e i sotterfugi. A volte si ha come l’impressione che l’autore abbia usato la storia di Ethan, il suo protagonista, come pretesto per stendere un bilancio di quella che è la sua vita: chi era e chi avrebbe voluto essere e cosa è poi diventato, cosa ha fatto e cosa avrebbe dovuto fare. Come sempre, la scrittura di Steinbeck è magica e coinvolgente, avvolgente e dinamica. Un romanzo che sicuramente non raggiunge le vette di alcuni suoi predecessori (Uomini e topi, Furore, La perla), ma che vale però la pena di affrontare, perché Steinbeck vale sempre la pena.

Trama

Ambientato a Long Island, «L’inverno del nostro scontento» è l’ultimo romanzo di Steinbeck e fu pubblicato l’anno prima del conseguimento del premio Nobel (1962). Protagonista è Ethan Hawley, discendente di una antica famiglia di balenieri, ridottosi a fare il commesso in un negozio che un tempo era di sua proprietà. Uomo onesto e responsabile, Hawley si sente in colpa verso la famiglia e, per ottenere tutto quello che la nuova società del benessere può consentire, ordisce una serie di imbrogli e tradimenti che gli fruttano la ricchezza, ma lo portano a una desolante crisi di coscienza e a un passo dal togliersi la vita.

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