Home » Il delta di Venere di Anais Nin

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Recensione

Lo ammetto. Ho letto questo libro, a spizzichi e bocconi grazie al fatto che si tratta di una breve antologia di racconti, spinta dalla curiosità di quanti mi dicevano che l’erotismo nei romanzi era ben altro di ciò che si trova nei romanzetti che invadono le mensole delle librerie. In primis, Lolita di Nabokov e L’amante della Duras, che ho letto lo scorso anno, ai quali si aggiungono Il delta di Venere di Anais Nin e Tropico del Cancro di Henry Miller, marito della Nin.  Si tratta senza dubbio di scritti di spessore, degli archetipi dei moderni romanzi erotici, ma con qualcosa in più. La Nin, nei suoi racconti, affronta, in maniera molto dettagliata ed esplicita per i tempi in cui sono stati scritti, si tratta dopotutto dell’Europa a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, tematiche a dir poco complesse: tradimenti, noia matrimoniale, piccole e grandi perversioni, rapporti omosessuali e tendenze sessuali la cui natura fatica a trovare la giusta via; addiritura sfiora l’incesto e la pedofilia. In realtà, l’eros femminile da sempre sinonimo di sensualità e piacere non solo fisico ma anche emotivo, in alcuni stralci non fa proprio una bella figura. E se per l’epoca è  stato un vero scandalo, ora, i suoi scritti, sono considerati una pietra miliare di un genere letterario molto in voga. Di certo, questo della Nin, non è un libro facile e di supericiale approccio.

 

Trama

Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l’incarico all’amica Anaïs Nin che aveva bisogno di soldi. “Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità” ricorda Anaïs Nin. “Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici… Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia”. Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. Una voce diceva: “Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso”. Nacquero così questi racconti erotici che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.


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