Home » Che fare, dunque? di Lev Nicolaevic Tolstj

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Autore: Lev Nicolaevic Tolstoj
Genere: Classico
Prezzo: € 20,00
Prezzo ebook: € —
Data pubblicazione:  febbraio 2017
300 pagine
Editore: Fazi Editori

Trama

Nel 1882 Tolstoj si trova a Mosca, dove collabora al censimento. L’incontro con la miseria degli operai e dei senzatetto lo colpisce molto
duramente, una vera e propria crisi di coscienza, tanto da convincerlo a dedicarsi anima e corpo a conoscere e incontrare i disperati di Mosca,
nella speranza che questa attività si trasformi in una grande opera benefica. Ma nonostante le migliori intenzioni, come racconterà in Che fare,
dunque?, opera continuamente rivista fino all’edizione finale del 1886, capisce presto l’inutilità del suo ingenuo tentativo, e dedica le sue amare
riflessioni alle responsabilità dei ricchi, tra i quali si include, e della politica, avvicinandosi al pensiero anarchico, in polemica con ogni forma
di potere statale o ecclesiastico, contro ogni forma di sfruttamento. Emerge un pensiero ancora oggi attuale e moderno, sia nelle pagine in cui
affronta questioni più strettamente morali, sia nell’analisi delle enormi disuguaglianze sociali, sia nell’insistenza con cui ribadisce la necessità
imprescindibile di una rinascita spirituale di Occidente e Oriente del mondo.

 

Lev Nicolaevic Tolstoy

Quando Tolstoj (1828-1910) scrive Che fare, dunque? ha già pubblicato i due romanzi che lo hanno reso celebre, Guerra e pace e Anna Karenina. Dopo Anna Karenina, Tolstoj, personaggio da sempre tormentato e tragico, entra in una profonda crisi e inizia la sua conversione. Si avvicina agli insegnamenti del Vangelo, dapprima in accordo con la Chiesa Ortodossa, poi in suo aperto contrasto, cosa che nel 1901-1902 gli costerà addirittura la scomunica. Tolstoj si definisce anarchico, sebbene degli anarchici non condivida la violenza perché pacifista, e cristiano, fermo nel suo rifiuto dell’istituzione della Chiesa, che ha corrotto l’autentico messaggio di emancipazione e fratellanza di Cristo.
Il 1882 è un anno fondamentale per Tolstoj: da una parte inizia un nuovo corso esistenziale sotto l’egida del cristianesimo; in un’opera dello stesso anno, Confessione, scrive di aver attraversato una profonda depressione che lo aveva condotto quasi al suicidio e dalla quale si era ripreso proprio grazie alla dottrina cristiana di fratellanza tra gli uomini; inoltre partecipa al censimento di Mosca, che gli fornisce lo scenario per analizzare le cause della povertà e dell’oppressione che costituiranno la base per Che fare, dunque? Questa sua resurrezione lo porta tuttavia a profondi conflitti con la sua famiglia. Episodio interessante, anche per la sua valenza simbolica, è quello che vede Tolstoj comunicare ai giornali, nel 1891, la rinuncia ai diritti d’autore di tutte le opere scritte prima della sua conversione. Gli ultimi anni di Tolstoj sono tormentatissimi, timoroso di subire violenze o pressioni da parte dei figli per redigere un testamento in loro favore, mentre lui è sempre più smanioso di compiere il “salto” e spogliarsi di tutti i suoi averi in favore di Cristo, decide di fuggire da casa propria, viaggiando in treno verso la Crimea su
una carrozza di terza classe. Tolstoj, a causa del freddo e dei suoi 82 anni, si ammala di polmonite e muore nel 1910 alla stazione ferroviaria di Astàpovo.

 

 

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