Devo ammettere che su questa lettura ci sono capitata un po’ per sbaglio e un po’ per caso. Il filone letterario che riguarda la guerra civile americana, infatti, non era nei miei intenti, e nemmeno nei miei propositi, ma ci sono cascata con tutte le scarpe (e continuerò a proseguirlo anche l’anno prossimo) dopo aver fatto due letture, entrambe di narrativa, a riguardo. Quindi quando ho visto questa pubblicazione mi sono detta: “ma sì, perché no?” E ora eccomi qua. Natale nella vecchia Virginia di Thomas Nelson Page (Mattioli1885, pp. 144) è una raccolta di racconti finora inedita in Italia (in fondo si sa, è sempre la fazione che vince quella di cui si parla), una brevissima raccolta di tre racconti ambientati nel periodo natalizio che hanno un po’ il compito di mostrare l’altra faccia della medaglia della guerra di secessione, ovvero non quella del Nord (che ha vinto), ma quella del Sud (che ha perso). C’era qualcosa che univa i due contendenti? Certo. L’amore per la famiglia, il dolore per la perdita dei propri mariti e figli in battaglia, la fatica della quotidianità, le carenze derivanti dalla guerra, l’orgoglio, il coraggio e il desiderio di compiere grandi gesti, non solo in battaglia. E Page usa poche pagine per raccontare tutto questo in maniera convincente, sincera e limpida, fornendo al lettore una visione e una giustificazione quasi innocente dello schiavismo, come se fosse una cosa normale, un diritto acquisito in cui, in realtà, i maltrattamenti sulle persone di colore erano solo “esagerazioni” e che il vero problema, la vera sofferenza la pativano (e su questo non possiamo dargli torto, ma nemmeno possiamo dargli ragione sullo schiavismo) i cittadini semplici, i soldati semplici, i bambini che erano costretti a subire le conseguenze del conflitto.
Sono racconti che che dividono e che vanno certamente letti tenendo ben presente il contesto storico, politico e geografico a cui fanno riferimento per essere compresi appieno, altrimenti, devo essere onesta, lasciano ben poco. La loro particolarità, infatti, risiede proprio qui, nello spaccato storico, sociale e pure umano che possono offrire. Toccante ed emozionante è il racconto Un Santa Claus catturato, 50 pagine di amore familiare dilaniato dalla guerra che chiede soltanto di poter trascorrere insieme il Natale, un padre disposto a tutto per rendere felici i suoi figli, a costo della propria salvezza.
È un testo che vale la pena di leggere, se non altro per riflettere e dare uno spazio anche all’altra campana della storia. Lo stile di Page è fluido e molto moderno, diretto e per nulla scontato, un autore che sarebbe utile riscoprire e analizzare, affrontarne le tematiche farsi un’idea più chiara del conflitto, spesso poco citato e conosciuto.
Cinzia Ceriani