Home » Recensione: Magari domani resto di Lorenzo Marone
9788807032202_quarta
Magari domani resto, terza prova narrativa di Lorenzo Marone (Feltrinelli, pag. 318), mi è sembrato fin da subito un romanzo primaverile, non solo per il cielo azzurro e le quattro giocose rondini in copertina, ma anche per la vitalità della storia raccontata e il nome della protagonista, Luce, che richiama uno degli elementi principali della stagione appena iniziata. Luce Di Notte è una guagliona dalla vita lavorativa e affettiva incasinata e altalenante. Vive nei Quartieri Spagnoli, che attraversa in vespa, facendo così incontrare al lettore le loro strade sgangherate, i balconi con la biancheria stesa, il profumo invitante dei piatti tipici, la salsedine e la brezza che salgono dal mare, intrufolandosi nelle case e nei cuori degli abitanti. Sembra che l’avvocato/avvoltoio presso il quale lavora da anni come galoppina le permetta finalmente di dare un senso alla laurea in giurisprudenza, assegnandole un caso di un certo spessore: dovrà assistere un camorrista, che vuol togliere il figlio all’ex moglie. Entrano così nella sua vita un’insicura e ferita donna e un bimbo favoloso, a cui si affeziona molto.

L’esistenza è in debito con la protagonista, sin da bambina, quando il padre – si intuisce la vena scherzosa e ironica con la quale ha vissuto già dall’abbinamento del nome e del cognome che ha affibbiato alla figlia, all’insaputa della moglie – se n’è andato di casa. Luce è una ragazza in gamba, simpaticamente schietta, decisa ma a tratti fragile, dato che non ha  ancora fatto pace con il passato, famigliare e amoroso. Presenze, e assenze contano e pesano molto; con loro Luce si scontra, si confronta, cerca conforto, come fa con la madre e l’adorata nonna. Tutte le persone che affollano le sue giornate sono ben definite dall’autore: dal capo ai colleghi di lavoro, al saggio vicino di casa don Vittorio, musicista paralizzato.
Dopo il “vecchiaccio” e il quarantenne Erri, rispettivamente i ben riusciti protagonisti dei precedenti romanzi, La tentazione di essere felici (uscirà il 24 aprile la versione cinematografica intitolata La tenerezza, con la regia di Gianni Amelio) e La tristezza ha il sonno leggero, Marone mette a segno un altro colpo, sapendosi destreggiare alla grande anche con un personaggio femminile, ricco di sfaccettature e domande con poche risposte. L’autore sorprende, conquista e fa riflettere con i suoi personaggi pieni di umanità. Ha la capacità di raccontare in maniera semplice grandi verità, colpendo il lettore dritto al cuore e tenendolo incollato alle pagine.
Ma torniamo a Luce, che è dibattuta, perché non sa più se fare l’avvocato sia davvero la sua vita, oppure se godrà di maggior soddisfazione provando l’immensa gioia della maternità, magari lasciandosi trasportare dall’amore per l’artista di strada Thomàs, girando il mondo con lui e abbandonando una città che le scorre nelle vene. Le vengono in aiuto, oltre alle parole del padre, quelle della nonna: “… se vuoi avere a che fare con l’amore devi avere coraggio, e se non ce l’hai, ti tocca trovarlo, perché se c’è un solo elemento, su questa piccola palla piena di odio che chiamiamo Terra, capace di mostrarci la bellezza del tutto che ci attornia, questo è l’amore”.
Cos’altro aggiungere? Complimenti Lorenzo, un altro gran bel romanzo!Lara Massignan

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *