Home » Recensione Madame Claudel è in un mare di guai di Aurélie Valognes
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Frizzante, fresco e brillante. Uno stile narrativo ricco, dinamico e giovane, in netto contrasto con l’età ma non il temperamento dei personaggi.
Simpatici, spericolati e, a volte, incoscienti vecchietti che non si possono non adorare, se non almeno per la tenerezza che stimolano nel lettore. Madame Claudel è in un mare di guai (Newton Compton Editori, pp. 211) di Aurélie Valognes è un inaspettato gioiellino in grado di regalare minuti di spensieratezza, dolcezza e, perché no, di fastidioso prurito per l’antipatia suscitata da acide e perfide vecchiette che, più che la nonna di Cappuccetto Rosso ricordano la strega di Hansel e Gretel. Non si può, infatti, non provare irritazione per le cattiverie e le manipolazioni architettate da Madame Suarez o Madame Berger; era un desiderio lecito, quello di Ferdinand, di voler gettare la prima dalle scale (chiaramente nei limiti della storia).
E sempre parlando di fiabe e racconti, mi è stato impossibile non paragonare, in termini puramente basati su somiglianze sommarie, perché i personaggi sono agli antipodi, Ferdinand e la piccola Juliette ai due protagonisti del cartone disneyano Up. Burbero, irascibile ma dal cuore grande, Ferdinand si lascia completamente conquistare, pur non senza fatica, da una bambina sveglia e vivace che condivide con lui la passione per la lettura e i gialli, nonché l’insofferenza per i prepotenti.  E’ una commedia degli equivoci, questa della Valognes, spigliata e irriverente, venata di un umorismo particolare che ha il compito di instillare nel lettore, con semplice complicità, fugaci e inevitabili riflessioni sui rapporti umani: dalla quieta convivenza con i vicini, al legame moglie – marito e genitori – figli; ma anche sul modo in cui gli anziani trascorrono le loro giornate e vivono le emozioni. Ottantenni (sembrano molto più giovani, in realtà) superarzilli che non possono non conquistare. Un romanzo consigliatissimo, soprattutto se si ha voglia di qualcosa di nuovo e leggero ma non banale. Madame Claudel, poi, è unica, un personaggio costruito a ad hoc e, per certi versi, ho rivisto in lei le caratteristiche della famosa Jessica Fletcher de La signora in giallo.
Unico appunto che mi sento di fare riguarda il titolo. Leggendo, infatti, ci si accorge che ad essere in un mare di guai più che Madame Claudel, che compare a circa metà libro e viene coinvolta in un paio di vicende senza conseguenze per lei, è Ferdinand Brun ad esserlo, è lui il vero protagonista.

Cinzia Ceriani

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