Home » Recensione Giglio bianco di Simona Bagnato
14159781_1264969566870560_1384417947_n E’ uno strano miscuglio tra After e Twilight, in quest’ultimo soprattutto per il modo in cui avviene il primo incontro tra i due protagonisti e il cognome della ragazza, Swan.
Nel leggere Giglio bianco (Lettere Animate, pp. 214) di Simona Bagnato non è difficile ritrovarsi nelle atmosfere e nelle situazioni narrate nell’ormai celeberrima saga di Anna Todd, in cui però ritroviamo personaggi con il temperamento più soft e dettagli diversi. La storia di Bagnato è piacevole, fa sicuramente parte di tutta quella schiera di new adult molto in voga in questi anni e che sanno conquistarsi l’apprezzamento del pubblico. Ragion per cui ritengo, in maniera del tutto personale, che un pizzico di originalità in più e una buona revisione al testo, sia da un punto di vista contenutistico che tecnico – grammaticale, non avrebbe guastato. Al contrario, avrebbe sicuramente conferito quel “qualcosa in più”.
Così come non avrebbe nuociuto l’approfondimento di alcuni aspetti psicologici dei personaggi, la complicata situazione famigliare di Lavinia e la delusione di Luke, i due personaggi principali, elementi che vengono invece lasciati ai margini o appena accennati.
Particolareggiate e ben costruite, invece, sono le descrizioni fisiche dei personaggi e degli ambienti.
Grazie anche ad uno stile di scrittura limpido e privo di artifizi, il romanzo scorre via veloce e la storia riesce a coinvolgere e incuriosire il lettore, tanto da spingerlo a dover arrivare alla fine, perché deve sapere cosa succederà.
E’ una storia che piace, che intriga soprattutto le adolescenti e dove, per fortuna, a differenza di After, possono incontrare un protagonista maschile meno maligno e subdolo e una coprotagonista femminile meno ingenua e sciocca, anche se chiaro è il parallelo tra il candore del fiore citato nel titolo con il suo carattere dolce e innocente. E questo è sicuramente un punto a favore.
Passione, impeto giovanile e voglia di vivere sono comunque i temi chiave di questo romanzo, consigliato ad un pubblico giovane e a chi ha voglia di “perdersi” in una lettura leggera.
Cinzia Ceriani

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