Home » Recensione: Una scintilla nell’oscurità di Emanuela Riva
Una scintilla_copertina Come si fa a rendere accattivante e originale un’ormai ultra sfruttato romanzo sui vampiri? Semplice. Rendendo i vampiri creature uniche ed eccentriche con un’inaspettata discendenza divina, poste a metà strada tra un semidio e un angelo caduto, naturalmente dotato di canini affilati, pelle fredda e immortalità, ma privi di ali. Esseri rinnegati. Una sorta di Hilander destinato a rimanere solo, senza stirpe e senza eredi, ma legato indissolubilmente ad un essere, un umano che, in realtà, di umano, ad eccezione dell’aspetto fisico, ha ben poco.
Se poi si aggiunge la corruzione, la sete di denaro e potere e l’avidità di cui tutti, nessuno escluso, sono succubi, anche i più insospettabili, il gioco è fatto. Una scintilla nell’oscurità (Trame dei Sogni, pp.264) è il primo libro di Emanuela Riva a cui speriamo seguirà un secondo. E’ ormai impossibile non sapere quale sarà il destino di Adam ed Emma.
All’inizio, leggendo le prime pagine, credevo di essermi imbattuta nel solito romanzo, invece poi mi sono ricreduta e mano mano che procedevo nella lettura mi sentivo sempre più coinvolta. Piacevolmente attratta dai personaggi, così reali e “vicini”.
Particolarmente apprezzato, è inoltre, il tema, sempre delicato e sempre attuale, dell’abuso di sostanze stupefacenti da parte dei giovani. L’autrice, infatti, ha utilizzato la storia narrata per spiegare quanto sia stupido e distruttivo, per sé e per gli altri, l’essere dipendenti dalle droghe, sia per chi ne fa uso, sia per chi, a causa dell’ingente guadagno che queste possono portare, la spacciano o la producono, tanto da rischiare di far diventare queste stesse persone la mano che distruggerà la propria famiglia.
Lo stile è semplice e scorrevole, l’impianto narrativo ben costruito, ma non privo, purtroppo, di inesattezze linguistiche, con termini utilizzati in modo errato (uso di parole e termini il cui significato non c’entra niente con ciò che l’autrice vuole dire), errori ortografici, di punteggiatura e di battitura che hanno, in alcuni stralci, rallentato e tolto atmosfera alla lettura.
Inoltre, a mio personalissimo parere, avrei approfondito maggiormente alcuni aspetti secondo me troppo semplicistici e banali, addirittura improbabili, come la botola di lava incandescente in un laboratorio/fortezza sotterraneo, e alcuni personaggi, come Mia ad esempio, rendendoli più interessanti in vista poi di quello che è il finale.
Cinzia Ceriani

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