Era da tanto che Misericordia e Fango, i due improbabili detective-librai di Roma molto british e dotati di grande cultura e infallibile acume, avevano lasciato orfani i loro lettori, ma finalmente sono tornati. E con tutto il loro stile: classico, retrò, a tratti malinconico e con quel filo sottile di ironia che non guasta.
Delitto al cimitero inglese (Fratelli Frilli editori, pp. 184) dei fratelli Max e Francesco Morini è un giallo a quattro mani che si legge tutto d’un fiato grazie alla sua struttura semplice, fatta di capitoli brevi e concisi, e deduttiva in cui i lettori vengono presi per mano e accompagnati passo dopo passo nella risoluzione del caso, indizio dopo indizio. Non solo. Con questo romanzo i fratelli-autori ci guidano anche tra le pieghe del romanticismo inglese con i suoi tre grandi autori simbolo, Keats, Shelley e Byron, la cui tomba, almeno dei primi due, si trova proprio a Roma nel cimitero inglese chiamato Piramide.
Un viaggio che trascende un po’ la trama, o la arricchisce di fascino, grazie alla grande letteratura, a luoghi iconici e agli sprazzi di storia e cultura che permeano la Città Eterna riproposti, presentati e valorizzati tra queste pagine. Dopo Nero Caravaggio, Il giallo di ponte Sisto, Rosso Barocco e Il mistero della casa delle civette, questa è la quinta indagine di Misericordia e Fango, tutte accumunate da elementi storici, aneddoti culturali e personaggi carismatici che non possono non conquistare simpatie con la loro allure ispirata a Conan Doyle e al suo famigerato detective.
Una lettura che ho divorato in pochissime ore e che mi ha lasciato piacevolmente soddisfatta, senza grandi pretese ma lineare, equilibrata e “rassicurante.” Se cercate un romanzo leggero ma non superficiale, che parli di grandi uomini, di arte e scrittura, di letteratura e, perché no, luoghi intrisi di fascino e forse poco conosciuti, questo fa al caso vostro.
Cinzia Ceriani
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