Tania Piazza e Ivano Mercanzin

L’appuntamento di questa settimana con la rubrica Quattro chiacchiere con l’autore ci porta alla scoperta di due artisti molto diversi tra loro in fatto di arte e attività, ma che hanno saputo unire le loro doti e dare vita al book L’anima fotografata, un progetto particolare e di grande impatto, sia visivo che letterario. Un libro che unisce immagini e racconti. Lei, Tania Piazza, è scrittrice, volto noto di LiberoVolo e autrice de La cura delle parole e Com’è bella la nebbia quando cade; lui, poeta e fotografo montecchiano giramondo, da Venezia a New York.

 

Innanzi tutto, grazie mille ad entrambi per il tempo che dedicate a questa breve intervista, è davvero un piacere ospitarvi in questo mio spazio virtuale. Iniziamo subito con una domanda facile facile. Parlateci un po’ di voi. Chi sono Tania e Ivano?

Tania: I lettori di Liberovolo già mi conoscono da un po’ e, in un certo senso, mi riconoscono come una di loro: sono una persona alla quale, se chiedeste cosa si porterebbe su un’isola deserta, risponderebbe senza ombra di dubbio: libri e carta e penna! Sono cresciuta attorniata dalla carta stampata, quindi la mia passione per la scrittura ha preso il via da quella per la lettura e poco alla volta si è fatta strada dentro di me, diventando una necessità. Un modo alternativo per comunicare, per raccontare i miei stati d’animo, attraverso le storie che invento. Sono passata dal diario personale alla pubblicazione dei miei romanzi con molta naturalezza, perché a un certo punto ho sentito che era questa la giusta evoluzione: trovare lettori che mi ascoltassero.

Ivano: Nasco a Vicenza l’11 febbraio 1961 e vivo a Montecchio Maggiore (VI), ho studiato disegno e pittura con il maestro Vincenzo Ursoleo, ho partecipato a concorsi di poesia ricevendo premi e menzioni. La lettura di libri di autori classici e contemporanei hanno sempre caratterizzato il mio percorso così come la visita di mostre dei grandi pittori e scultori moderni e contemporanei. Come un’illuminazione ecco arrivare il 2012, quando come una vocazione esplode dentro di me “La Fotografia”. Venezia, Terra Madre, 21 Grammi, The Face(s)of NYC, Coney Island, La Fornace Venini, Novecento, Abbazia, sono alcuni dei miei progetti.  La fotografia è la mia scrittura, le mie letture, le mie poesie, le mie sculture, i miei quadri tutto ciò che appartiene a questo mondo dell’arte è all’interno di me stesso e di conseguenza delle mie immagini insieme con le persone che ho conosciuto e amato.

Com’è nata la vostra collaborazione?

Tania: Da parte mia, è nata da una serie di ispirazioni. Mi è capitato per caso, osservando alcuni scatti di Ivano su Facebook, che questi, in qualche modo, mi parlassero, raccontandomi una storia. Ho iniziato con il primo racconto non pensando a nulla di definito, solo a tirar fuori ciò che l’immagine mi muoveva dentro. Da lì, ogni volta che una sua fotografia mi colpiva, mi sedevo al computer e iniziavo a scrivere. Ho raccolto questa serie di scritti, e a un certo punto ho pensato che sarebbe stato davvero bello poter dar loro una casa cartacea, che chiunque potesse gustare, cogliendo appieno i particolari delle immagini e i loro vari strati di lettura. Da qui, l’idea del libro, che ho proposto a Ivano.

Ivano: Nel 2012 ho iniziato a fotografare e subito ho pensato che fosse assolutamente indispensabile per farmi conoscere predisporre un sito e condividere le mie foto nei social ( FB – Instagram- etc. ) Ho notato che alcuni “ammiratori” avevano iniziato a commentare qualche mia foto e con molta sorpresa da parte mia. Per caso poi io e Tania ci siamo scoperti in FB e appena letto il suo primo racconto ispirato alla mia fotografia mi sono innamorato della sua scrittura, delle sue metafore, del suo ritmo, della sua armonia, dell’uso accurato delle parole, che erano perfette per la mia fotografia. Le sue parole sembravano interpretare in profondità i miei scatti. Da lì è stato poi un continuo susseguirsi di racconti fino a che ci siamo accorti che erano diventati un numero importante e quando mi propose di pubblicarli accompagnati dalle mie foto ho subito accettato.

Il vostro è un progetto molto particolare, che unisce l’arte visiva alla scrittura, l’immagine all’immaginazione, il concreto all’astratto. E’ stato complicato fondere questi due elementi?

Tania: Ciò che mi ha colpito fin da subito, è stata l’estrema naturalezza con cui, da un’immagine, come dici tu, concreta, sia nata l’idea di una storia astratta ma perfettamente collegata ad essa. A dire il vero, ricordo di aver chiesto a Ivano se, in qualche modo, le mie parole potevano disturbarlo, perché magari andavano in direzioni diverse da quelle che lui aveva pensato inizialmente, scattando le foto. La sua risposta mi ha rassicurato, sposando la mia tesi: le parole non fanno che amplificare la voce e la potenza degli scatti, e quindi il mio entusiasmo per questo progetto è cresciuto. Credo che, nonostante utilizziamo linguaggi espressivi differenti, la bellezza stia nell’obbiettivo comune: veicolare emozioni. E’ questo ciò che anima entrambi, nel concreto e nell’astratto, nell’immagine e nell’immaginazione.

Ivano: Mi piace questa commistione, mi piacciono le contaminazioni di generi, possono solo aumentare, amplificare i contenuti sia della fotografia che della scrittura, perché vanno a stimolare più sensi di chi legge e di chi osserva avvolgendo l’intera persona di emozioni. E’ bello leggere i racconti di Tania che danno voce alle mie foto, scoprire aspetti, angoli, ombre che magari erano sottesi e che invece lo scritto fa emergere. Ma sento anche che quando leggo i sui racconti ciò che ci accumuna è l’atmosfera, è il raccontare di piccole cose, apparentemente insignificanti ma che da una lettura più approfondita si riesce ad estrarre alcuni significati nascosti a più livelli.

Com’è lavorare a quattro mani e su due piani artistici diversi, come vi siete trovati?

Tania: La cosa che ha reso più semplice la lavorazione è, a mio avviso, proprio la differenza dei due piani artistici: ognuno ha il suo, all’interno del quale si muove con grande libertà. Ciò che ha dell’incredibile, è invece come, partendo da due mondi diversi, siamo riusciti ad arrivare allo stesso concetto, spesso senza averlo premeditato. Quando ho scelto gli scatti, infatti, ho volutamente evitato di chiedergli di più, di capire se facessero parte di un progetto con un filo conduttore oppure di sapere cosa avesse mosso Ivano nel farli. Ho scelto di lasciare libertà alla mia interpretazione, senza una guida esterna. Ed è stato proprio questo a portarmi allo stupore finale: ho letto negli scatti di Ivano proprio ciò che lui aveva in mente di comunicare. Questa, credo sia la grande forza dell’arte.

Ivano: In perfetta sintonia. Ognuno è padrone e autonomo nel suo mondo artistico e nessuno influenza l’altro in alcun modo. Godiamo entrambi della massima libertà, come dovrebbe essere in ogni espressione artistica. E inoltre c’è grande rispetto per il lavoro di entrambi. Aiuta questo connubio penso anche la mia passione per la letteratura e la poesia che sono sempre presenti insieme alla fotografia, anzi forse la fotografia è il linguaggio che io uso per scrivere i miei “racconti visivi” le mie “poesie dell’immagine”. Mi piace alimentarmi di questo oltre alle mostre d’arte, più che leggere solo testi di fotografia. Ritengo che siano strumenti indispensabili ad alimentare la sensibilità che poi cerco di tradurre in immagini, come un processo naturale che scivola da solo senza forzature lasciando che ciò che mi circonda mi emozioni e che ogni parte di me la assorba.

Artisticamente e umanamente, ogni fotografia e ogni racconto, cosa vi hanno insegnato? 

Tania: Ad ascoltare, sia artisticamente che umanamente. Ogni personaggio immaginato e ogni persona reale porta con sé un interessante bagaglio di storie, esperienze, vissuto. Se si impara a mettersi all’ascolto degli altri, si può solo crescere. E’ proprio questo, che mi permette di scrivere. Guardare al mondo con attesa e meraviglia.

Ivano: A conoscere attraverso i personaggi dei racconti e delle fotografie non solo loro ma me stesso. Attraverso un continuo rimando tra lettura e visione, con il mio vissuto che vengono filtrati, con gli attimi della mia esistenza aiutandomi a crescere e a continuare nel cammino sempre con sorpresa, ammirazione e stupore per la vita.

Che messaggio si cela dietro L’anima fotografata?

Tania: Scrivere racconti mi piace molto, perché mi permette di condensare in un breve lasso di tempo una storia completa, ricca di particolari. La fotografia fa più o meno la stessa cosa: cristallizza nel tempo attimi di vita. Ecco, questo è il messaggio del libro: potersi concedere ogni tanto cinque minuti di lettura, quindi senza l’impegno temporale che richiede solitamente un romanzo, nei quali gettarsi a capofitto dentro a una storia, accompagnata da immagini. Un po’ come succede con la poesia. Brevi attimi, finiti e compiuti. Per poi ritornare alla propria vita.

Ivano: La poesia infatti si condensa in poche parole che vengono scelte accuratamente e sono in grado di raccontare un mondo, un universo, e trasmettere sentimenti. Anche la fotografia agisce nello stesso modo. Cattura dal macrocosmo della vita piccoli frammenti, dettagli, caselle di puzzle che sono già presenti  immodificabili, a volte eterni e ne racconta una storia, un’altra storia, quella personale del fotografo. Il tutto composto in piccoli spazi, magari con pochi elementi e nel mio caso spesso senza l’aiuto del colore, dato che amo il bianco e nero. Così si arriva all’essenza, a quei dettagli di cui parlavamo all’inizio che sembrano apparentemente insignificanti e invece sono determinanti per chi ha la sensibilità, la pazienza e il tempo di saperli scorgere.

Tania, se dovessi associare ciascuno dei tuoi precedenti romanzi ad una delle foto di Ivano, quali sceglieresti?

Tania: Sceglierei uno scatto in bianco e nero, sicuramente. La fotografia a colori, dal mio punto di vista, è più suggestiva nell’immediato. Quella in bianco e nero, invece, abbisogna di tempo: ci sono, al suo interno, vari strati di sfumature e letture, che ti costringono a un’analisi più accurata. Un po’ come il mio stile di scrittura, che porta il lettore all’interno della scena descritta ma gli impone di prendersi del tempo, per gustarsi appieno ogni singolo particolare, lasciandogli comunque sempre dello spazio per una propria personale interpretazione.

E Ivano, se dovessi associare una delle tue foto, o un’immagine, alla scrittura di Tania, come o quale sarebbe?

Ivano: Le mie fotografie, come dicevo prima, sono quasi sempre in bianco e nero, mi piace come la foto racconti qualcosa in maniera essenziale, senza distrazioni, come se il bianco e nero attirasse a sé per scoprire i dettagli, le forme, gli spazi e soprattutto i chiaroscuri, quei giochi di luce e ombre che rivelano o celano , fino a cogliere le infinite sfumature di grigio. Chi osserva ne è attratto, è stimolato a cogliere quei particolari che attraverso la propria fantasia e il suo coinvolgimento può liberamente inventarsi facendo “sua” la “mia” fotografia, attuando un transfer tra sé e l’immagine. Così sono i racconti di Tania, un continuo rimando tra il lettore e i suoi personaggi che narrano in punta di piedi, in sordina e che solo un “orecchio” attendo può ascoltare.

Progetti per il futuro?

Tania: L’unione di due mondi diversi sta aprendo nuovi spazi a entrambi. Dopo l’evento nello store Leica di Milano, saranno in effetti molte le serate che proporremo nell’ambito fotografico, da Este a Padova, da Roma a Firenze, da Bologna alla Puglia, a Napoli e poi chissà. Allo stesso modo, sto portando Ivano a conoscere l’emozione delle platee letterarie, più abituate al libro da leggere e non da guardare… insomma, i progetti per questo anno sono molti, e ci vedono girare in lungo e in largo, portando nella valigia il nostro libro. Sono davvero felice di questo, è un sogno che si realizza. Per quanto riguarda invece il futuro in senso più lato, il mio progetto è di continuare a scrivere, ovviamente! Sto lavorando al mio terzo romanzo e, al contempo, quando presa dalla necessità o dall’ispirazione, scrivo racconti. Quindi, non escludo nemmeno una nuova collaborazione con Ivano… Per il momento, mi gusto le gioie di questa!

Ivano: La promozione del libro ci sta impegnando molto perché non è una semplice promozione ma un vero spettacolo. Infatti ci accompagnano un musicista e una voce narrante mentre le immagini vengono proiettate. Il tutto crea un ‘atmosfera di grande coinvolgimento e le testimonianze di chi partecipa sono entusiaste. Gireremo in varie città d’Italia, sia in ambito letterario che fotografico grazie ai due linguaggi che ci sono nel libro. E anche Tania sta scoprendo il mondo della fotografia, che sta dimostrando grande sensibilità anche nei confronti della scrittura. Anzi direi che questa “novità” sta riscuotendo successo e molta curiosità dati i numerosi inviti che ci stanno arrivando. Per quanto riguarda il mio futuro continuerò ad esporre in varie occasioni le foto de L’anima fotografata, mentre al Grottino a Vicenza con La galleria & Art Gallery di Vicenza sto esponendo il mio progetto The Face (s) of NYC, che poi andrà anche in altre città e a breve alla galleria Hands di Vicenza saranno esposte alcune mie foto in occasione di Poetry Vicenza, di un progetto dal titolo War. Per finire, vorrei curare una nuova mostra dal titolo Terra Madre. Ma ora gustiamoci questi meravigliosi momenti di presentazione de L’anima fotografata.

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