Categoria Recensioni

La bottega dei giocattoli di Angela Carter

Angela Carter non è un’autrice facile da inquadrare o etichettare, la sua capacità di narrare il lato “oscuro” della vita quotidiana, in quegli eventi che, nel bene o nel male, caratterizzano la persona è qualcosa di sorprendente, e ancora più sorprendente è il lento e operoso scoprire che gran parte di ciò che all’apparenza è ostile e inquietante alla fine si rivela l’esatto opposto. Il bizzarro poi, la quasi “cupa goffaggine” di certi personaggi e alcune situazioni conferisce a La bottega dei giocattoli (Fazi, pp. 238) quell’allure, quell’atmosfera da favola dark in grado di catturare e affascinare...

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Marte in ariete di Alexander Lernet-Holenia

Lernet-Holenia è un autore austriaco che volevo conoscere e affrontare già da un po’, per diversi motivi. In primis per la curiosità che mi aveva suscitato la particolare storia editoriale di questo romanzo, Marte in ariete (Adelphi, pp. 219), che ha rischiato per le azioni scellerate del ministro della Germania nazista Goebbels di andare perduto per sempre, per gli argomenti trattati e poi per quel quel tratto ironico e vagamente distaccato, quasi leggero con cui descrive i fatti storici che hanno visto lo stesso autore prenderne parte attiva nella realtà, in questo caso l’occupazione della Polonia, che ha sancito il via definitivo all’inizio della Seconda guerra mondiale...

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Infanzia indiana di Charles A. Eastman

Non è facile parlare di questo libro perché mi sono accorta di quanto “mondo” ci sia dietro una civiltà per noi antica e quasi scomparsa come può essere quella americana. Intendo la “vera” civiltà americana, quella dei nativi e delle tribù che popolavano gli attuali Stati Uniti, non quella moderna insediatasi con l’arrivo del “civile” bianco europeo. È vero, i nativi americani non sono, purtroppo, l’unica società che durante i secoli ha subito soprusi, inganni, genocidi e segregazione, eppure per un qualche motivo è quella forse, e dico forse, possiamo sentire tra le più vicine...

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Dipendenza di Tove Ditlevsen

È impossibile negare che sia un libro doloroso, sia sul piano fisico che motivo, che rivela le debolezze e le fragilità dell’animo umano e di quanto sia facile cedere, cadere in situazioni autolesionistiche. Caratteristica che spesso tende ad accomunare artisti e scrittori. Dipendenza (Fazi, pp. 178) di Tove Ditlevsen, l’ultimo capitolo della trilogia di Copenaghen, si identifica come una sorta di linea curva a tratti ascendente e a tratti discendente, un’altalena di sensazioni ed emozioni che la grande capacità dell’autrice danese riesce a trasmettere con assoluta chiarezza al lettore, che rischia di trovarsi spaesato da tutto questo dolore che gli viene sbattuto in faccia con violenza, senza mezzi termini e senza alcun zuccherino ad addolcire l’amara pillola. Dopo Infanzia ...

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Il caso Morel di Rubem Fonseca

Anomalo. Questo, di primo acchito, è l’aggettivo che mi viene in mente nel ripensare a Il caso Morel di Rubem Fonseca (Fazi editore, pp.196). Un giallo/noir sopra le righe che necessita di un po’ di rodaggio prima di entrare nel mood. Uno scritto ambivalente che mostra le sue doppie facce: un romanzo nel romanzo, un detective scrittore che indaga su un efferato omicidio attraverso gli scritti del presunto assassino. Un giallo che, praticamente, si scrive da solo attraverso i personaggi e uno stile crudo, diretto, fatto molto spesso di botta e risposta, con descrizioni ridotte non all’osso, ma al midollo, un’impostazione quasi teatrale di alcune pagine...
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Buongiorno signora Astor di Shana Abé

Tutti noi conosciamo il Titanic e la sua storia, se non altro grazie all’ormai iconico film di James Cameron. Pochi, però, conoscono le storie, le vite e le vicende dei personaggi, storici e realmente esistenti, non di certo Jack e Rose, che s’imbarcarono sul transatlantico durante il suo viaggio inaugurale. Fra questi, molti gli esponenti di prima classe che in quegli anni, all’inizio del ‘900, rappresentavano la creme de la creme della società non solo americana, ma anche europea...

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Pioggia sottile di Luis Landero

È complicato trovare le parole giuste per definire questo romanzo che, devo dire la verità, mi ha un po’ intimorito quando ho letto che l’autore è stato un po’ paragonato a mostri sacri come Dostoevskij e Flaubert con il suo Madame Bovary. E, a pensarci ora, a lettura terminata, qualcosa, un vago rimando a questi due autori c’è: l’irrequietudine e la costante ricerca di qualcosa che contraddistingue due delle protagoniste femminili, Sonia e Andrea, quest’ultima in particolare, e il senso di ansia, angoscia e inettitudine trasmesso dalla madre e da Gabriel, fratello più piccolo, iper-coccolato e catalizzatore di attenzioni della madre.

Pioggia sottile (Fazi editore, pp...

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Ragazze perbene di Olga Compofreda

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Cosa significa davvero essere una “ragazza perbene” negli anni Venti del 2000? Essere una persona onesta, rispettosa, solidale e tutti quegli aggettivi che normalmente qualificano una brava persona, o significa semplicemente essere conforme alle consuete regole della società patriarcale in cui si è nate, seguire e aderire a dei predeterminati standard perché così è sempre e stato e così va fatto? Davvero crescere e organizzare la propria vita attorno al trovare un buon partito assolvendo al ruolo di moglie-madre-lavoratrice attenta a non sforare di neppure un millimetro da ciò che la famiglia si aspetta corrisponda automaticamente a essere perbene? E scappare, andarsene, ricominciare da capo, con fatica, sbagliando strada e cambiando direzione nel rapporto con gli altri e l’altro se...

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Il campo di Gosto di Anna Luisa Pignatelli

20230203_140705 Fiducia e delusione, cattiverie e invidia. Il buono contrapposto al marcio che c’è dentro ogni individuo. Agostino, detto Gosto, è un’anima pura e gentile, un uomo privo di malizia contraddistinto, a tratti, da un’infantile e sincera ingenuità che lo rendono un facile bersaglio per opportunisti, male lingue e maligni. Gosto è un disincantato, un uomo semplice che ha sempre vissuto della fatica delle sue mani in un piccolo borgo contadino della campagna toscana, di quelli talmente piccoli che si conoscono tutti e nessuno si fa mai gli affari propri, sul labile confine tra luce e ombra, tra cattiveria e bontà. Mai parole d’affetto per lui, lo “storto”, come lo definiva suo padre. Il campo di Gosto di Anna Luisa Pignatelli (Fazi editore, pp...
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La ragazza che viene dal buio di Michael Robotham

20221118_125452 Secondo capitolo della serie thriller incentrata sullo psicologo forense Cyrus Haven e l’emblematica Evie Cormac e secondo, adrenalinico successo per l’australiano Michael Robotham. La ragazza che viene dal buio (Fazi editore, pp. 448) è l’ideale seguito di uno dei due principali filoni narrativi di Brava ragazza, cattiva ragazza, edito sempre Fazi. Con una scrittura lineare e asciutta l’autore ci regala un thriller emozionale davvero difficile da non amare, è impossibile non provare affetto, e voglia di abbracciarla, per Evie, la sfuggente ragazza la cui vita è stata costellata, fin da piccola, da abusi, crudeltà e scene a cui nessun bambino dovrebbe assistere. Evie non è né cattiva né egoista né tantomeno “problematica”...
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