Luca Bortone

Parlaci un po’ di te, Luca. Com’è nata la tua passione per la scrittura e in particolare per il genere thriller?

Sono convinto che la passione per la scrittura sia figlia della mia grande passione per la lettura. Attorno ai 15 anni mi sono trasformato in un vero divoratore di libri. Da allora non ho più smesso. Se riesco, ne leggo anche uno a settimana e, ogni giorno, cerco di ritagliare del tempo da passare con lo sguardo incollato alle pagine di un buon romanzo. Sin da subito mi sono innamorato di due generi: dei thriller e dei romanzi d’avventura. Questo si è poi ripercosso sulla voglia, sempre crescente, di cimentarmi con la scrittura di storie simili, poiché, nel profondo, avvertivo di avere anch’io qualcosa da raccontare, sperando di riuscire a trasmettere le stesse emozioni che i miei autori preferiti infondono a me attraverso i loro romanzi.

Il tuo romanzo, Land Grabbing, è una storia ad alto tasso adrenalinico che si pone a metà strada tra il thriller, il giallo e lo spionaggio. Com’è nato e a chi è destinato?

Tutto è nato da un articolo di giornale che descriveva le terribili attività di land grabbing perpetrate da grandi multinazionali nei paesi più poveri d’Africa. Leggendo il commento del giornalista, mi sono ritrovato a domandarmi cos’altro stesse accadendo in quelle terre, lontano dai riflettori e dall’attenzione dei media internazionali.
Da lì, seguendo l’impulso dettato dall’ispirazione, ho iniziato ad abbozzare una trama, che è cresciuta, fino a prendere vita attraverso le azioni dei miei personaggi. Il mio romanzo è destinato a tutti gli amanti del genere, che prediligono uno stile rapido, veloce, senza troppi fronzoli, in grado di regalare emozioni forti e pure.

Quanto c’è della tua vita e della tua personalità in ognuno dei personaggi?

Per creare i personaggi, mi sono ispirato a persone reali a me vicine, compreso il sottoscritto. Sin dall’inizio ho voluto allontanarmi dagli stereotipi del genere e rendere unico ogni protagonista, attraverso piccoli difetti, manie, paure, insicurezze e pensieri torbidi tipici delle persone vere, poiché sono proprio questi aspetti a rendere interessante un personaggio. Non nego che in ognuno di loro ho voluto inserire una piccola parte di me, talvolta ispirata alla mia personalità (con pregi, difetti e dettagli anche intimi), altre volte alle mie passioni, come la fotografia reflex digitale.

Cosa ti hanno lasciato, artisticamente e umanamente ognuno di loro, cosa ti hanno insegnato?

Creare un personaggio non è mai semplice, ma va fatto con estremo scrupolo. L’aspetto più arduo è riuscire a prendere le distanze da se stessi, in modo che ognuno di loro possa prendere vita e crescere in maniera autonoma. Il grande rischio è di ritrovarsi con una serie di protagonisti che assomigliano tutti all’autore, in un modo o nell’altro. Bisogna essere in grado di dosare bene gli attributi autoreferenziali e lasciare a ogni personaggio lo spazio per evolvere come lui (o lei) vuole o deve. Un autore, mentre scrive, deve sempre pensare “come si comporterebbe o cosa proverebbe quel personaggio in quella situazione?” e non “come mi comporterei o cosa proverei io?”. Questa è la chiave.
Proprio quest’opera di distacco porta con sé le soddisfazioni maggiori. Vedere i propri personaggi camminare da soli è qualcosa di magico. All’autore non resta che seguirli all’interno del racconto. Dal canto mio, grazie ai protagonisti di Land Grabbing, sono riuscito a entrare in contatto con aspetti della mia personalità che non avevo mai voluto esplorare così in profondità prima d’ora. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, oltre a rendermi molto orgoglioso. Quasi quanto un papà.

Come mai hai scelto di pubblicare in ebook e non in cartaceo? C’è una volontà precisa dietro questa tua scelta?

È stato il caso. Una volta terminata la fase di revisione del testo ho spedito il manoscritto a dozzine di editori, cartacei e digitali. La prima casa editrice che si è fatta avanti, proponendomi un contratto di pubblicazione, è stata la Panesi Edizioni (denominata Kymaera Edizioni nel 2014), specializzata in e-book.

La soddisfazione più grande che hai ricevuto dopo la pubblicazione del libro?

Le recensioni molto positive che il mio lavoro è riuscito a raccogliere, mi hanno riempito il cuore di gioia. È stato fantastico poter ricevere la conferma di essere riuscito a trasmettere sensazioni forti. Il commento che più mi ha commosso, viene da parte di una ragazza che mi ha confessato di aver ritrovato il gusto di leggere, perso da tempo, proprio grazie al mio romanzo, tanto da terminarlo in pochi giorni e tuffarsi subito nella rilettura. Simili complimenti alimentano il fuoco che ti spinge a impegnarti ancor di più. In fondo, si scrive per emozionare i lettori e, quando si centra l’obiettivo, non si può che essere soddisfatti.

So che stai già lavorando al secondo libro. Indiscrezioni, anticipazioni?

È vero, sto lavorando a un secondo romanzo. L’unica anticipazione che posso svelare è che si tratta di un altro thriller, con personaggi diversi. Per scaramanzia, il resto rimarrà nascosto dentro di me, finché non apporrò l’ultimo punto al manoscritto.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai lettori?

Non cerco di trasmettere un messaggio specifico, bensì mi concentro sulle emozioni e sulle riflessioni. In Land Grabbing ho voluto esplorare il labile confine dei valori etici e morali, spesso piegati dalla sete di vendetta e potere. L’obiettivo era portare i lettori a scavarsi dentro e interrogarsi circa il comportamento che avrebbero tenuto loro in una situazione simile.

Progetti per il futuro?

Di sicuro, continuare a leggere e scrivere. Ho tante storie da raccontare. Spero che i lettori possano continuare ad apprezzarle.

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