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Recensione
Come sempre accade per i libri di questa autorice, si tratta di un romanzo molto asciutto, conciso. Si parla del senso della vita, della differenza tra vivere e sopravvivere, tra il dedicarsi a ciò che davvero si vorrebbe fare e ciò che invece si è obbligati a fare. Quella vita fatta di routine costante e sempre uguale, alzarsi, mangiare, bere, lavorare e dormire che a lungo andare logora, inasprisce, fa perdere il gusto della vita. Parla di occasioni perse, sia in amore che nel lavoro e in famiglia, di rimpianti, di aspettative deluse e della mancanza di coraggio, o di scrupoli, che possono cambiare le cose...
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