Annalisa Farinello

Parlaci un po’ di te, Annalisa. Com’è nata la tua passione per la scrittura?

Dalla lettura. Divoro e divoro libri, senza un libro da leggere mi sento sola, triste, un po’ persa. Lo scrivere ha fatto sempre parte di me; la prima poesia, che la mia maestra fece girare per tutte le classi, l’ho scritta in terza elementare.
Non ho mai avuto la cura di un diario, nemmeno da ragazzina, ma già da allora amavo osservare e scrivere della mie sensazioni davanti a un fiore, a un’alba, che già da piccola mi affascinava, e della gente che conoscevo o che mi passava accanto per caso. L’attesa di un treno alla stazione o sconosciuti viaggiatori sono sempre stati i soggetti privilegiati per questo mio modo di immaginare il mondo più nascosto di ignari ispiratori.
Scrivevo su fogli di carta, non mi importava di conservarli, entravano a far parte di me e non avevo bisogno di altra memoria.

Finora hai scritto due romanzi, Il labirinto e La notte delle pleiadi, e molti racconti, tra cui spiccano i premiati Logica perversa, Araba Fenice, Danka, Lezione d’Inglese. Quanto c’è della tua vita e della tua personalità in ogni scritto?

La professione che ho scelto e che amo visceralmente, mi permette di entrare con empatia nel vissuto dei miei pazienti. Uso parole mie ma non devo immaginare più nulla.

Cosa ti hanno lasciato, artisticamente e umanamente, ognuno dei tuoi personaggi, cosa ti hanno insegnato?

Artisticamente moltissimo, è stupendo riuscire a trasmettere pensieri ed emozioni.
La cosa ancor più gratificante è che tanti “si leggono”, si ritrovano nei protagonisti perché non sono personaggi nei miei scritti, sono persone come loro, come noi.
Ho imparato che scrivendo, così come per i miei lettori, mi sento più forte e meno sola.

Da cosa nascono le tue storie, da cosa trai ispirazione?

È lo spaccato di tante vite ogni mio romanzo, racconto o poesia.
Scrivo con il cuore per dar voce ad ognuna di quelle persone che mi è dato il privilegio di conoscere, che mi fanno entrare con fiducia nell’intimo delle loro anime. Tra le pagine di queste vite nascono le “mie” pagine.

Hai ricevuto anche parecchi riconoscimenti per i tuoi lavori. Qual è stata la soddisfazione più grande dopo la pubblicazione del primo libro?

La seconda edizione del romanzo La notte delle Pleiadi dopo solo dieci mesi dall’uscita della prima edizione.

Progetti per il futuro?

Continuare la mia professione di psicoterapeuta e scrivere e scrivere e ancora scrivere. Fa bene scrivere, è bello, gratificante, è libertà assoluta. Si nasce una sola volta biologicamente, psicologicamente questo limite si può superare. Scrivo per me e per loro, per noi, per tutti quelli che avranno la voglia, la curiosità e il coraggio di rivivere emozioni dolcissime e cocenti delusioni e scoprire come la rinascita non sia impossibile.

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