Home » L’inquilino del terzo piano di Roland Topor

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Recensione

A metà strada tra un noir e un horror, è un romanzo breve, che si legge davvero in un soffio. Vagamente angosciante e altamente inquietante, non mi ha travolto così tantoa livello emotivo, come alcuni booktuber lo hanno presentato, piuttosto l’ho inteso come uno spunto di riflessione. Il protagonista si trova a vivere una delle peggiori realtà dalle atmosfere oniriche che si possa immaginare, in cui non si capisce bene se si tratta, appunto, di un incubo o di qualche strano e arcano evento sovrannaturale, se sia  tutto frutto di una mente sconvolta o di una realtà parallela caduta in una sorta di orribile loop temporale. Devo dire però che la paranoia che il romanzo trasmette al lettore cresce di pari passo con quella del protagonista, l’adrenalina sale pagina dopo pagina e non si sa bene cosa aspettarsi. Il finale mi ha ricordato un po’ lo stile di E. A. Poe: terrificante e “imprigionante”. Il senso di disorientamento e smarrimento, il timore delle conseguenze che portano all’esclusione, dal condominio in questo caso, ma anche dalla società, se lo si vuole leggere in chiave più ampia. In questo caso, ovviamente, il condomionio rappresenta la totalità della società, quella stessa società in cui viviamo anche noi e che pretende omologazione e adattamento, pena l’isolamento di chi non si “trasforma” in ciò che essa chiede. E’ questo il nucleo del romanzo. L’esclusione e la trasformazione, volenti o nolenti, in qualcos’altro che, a volte, non ci rappresenta. Si combatte all’inizio, si cerca di resistere, ma alla fine in un modo o nell’altro, ci si adegua, se non altro per la forza esercitata dalla massa. E’ una lotta impari e paralizzante. Il libro non è recente, è degli anni ’60, ma pare che l’autore, che tra l’altro possiede una penna tanto concisa quanto incisiva e tagliente,, aveva l’occhio lungo. Bello. Lo consiglio, ma se siete in un periodo di ansia evitate.

 

 

 

Trama

Subentrato nell’appartamento di un’inquilina apparentemente suicida, Trelkovsky, scapolo tranquillo e ingenuamente anticonformista, si trova piano piano coinvolto in una misteriosa macchinazione ordita dai vicini. Reo inconsapevole e prigioniero di un’inesorabile metamorfosi, fuori e dentro casa, in una Parigi di comignoli e scale di legno, verrà perseguitato con accanimento in un crescendo di trappole e stregonerie. Una storia che ipnotizza il lettore riga per riga, creando un’insopportabile tensione psicologica generata dal quotidiano orrore della vita in un condominio.

 

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