Libri che… mi hanno fatto dire basta (almeno per un po’) con questi autori

Dopo la settimana di pausa che ha coinciso con le festività di Pasqua, torna la rubrica Libri che… in cui questa volta vi parlo di quei libri che mi hanno talmente colpito, in maniera negativa s’intende,  disgustato anche se vogliamo, annoiato o impressionato e che, di conseguenza, mi hanno fatto accantonare, per un po’ alcuni per sempre altri, i loro autori rifiutandomi di leggere altre loro opere.

 

LA LUNGA MARCIA DI STEPHEN KING

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Premetto che King è uno dei miei autori preferiti. premetto che agli albori delle mie letture indipendenti (nel senso che iniziavo a scegliermi da sola cosa leggere abbandonando le letture per ragazzi) King regnava sovrano nella mia libreria, leggevo solo libri di King, qualcosa, molto raramente della Allende, della Serrano o qualche classico. Questo romanzo, una sorta di Hunger Games podistico, l’ho letto parecchi anni fa, dodici o tredici, all’incirca e ricordo che la cattiveria espressa mi aveva talmente colpita da avermi praticamente messa con le spalle al muro. King non ci va per il sottile, lo sappiamo, ma un conto è il male manifestato attraverso oggetti, creature dotate di poteri, spiriti, metafore horror, un altro conto è invece la pura cattiveria fine a se stessa che scaturisce dagli uomini solo per il gusto di infliggere morte e dolore. Così schietta, così palese, così assoluta. Non fraintendetemi, non sono una che si impressiona facilmente, probabilmente mi trovavo io in uno stato d’animo non proprio adatto a questo libro. fatto sta che da allora non ho letto più nulla di King. Sto ricominciando ora a riscoprirlo… in maniera più cauta.

 

IL VECCHIO E IL MARE DI ERNEST HEMINGWAY

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Anche Hemingway lo sto riscoprendo negli ultimi due anni dopo un lungo periodo dovuto a un “i suoi libri non mi piacciono”. Noioso, artificioso, che si fatica a leggere.  In realtà di lui avevo letto solo Il vecchio e il mare, ultimo romanzo dello scrittore americano e considerato, da Ernest stesso, il suo lavoro peggio riuscito. Sfiga che ho scelto proprio il libro sbagliato per iniziare la sua conoscenza? Può essere. Fatto sta che un paio d’anni fa, appunto, grazie a De Agostini ho letto la biografia romanzata delle quattro mogli di Hemingway e del rapporto che avevano con lui e mi è tornata la voglia di riapprocciarmi a questo autore, magari da prospettive diverse e partendo, questa volta, dai suoi romanzi migliori.

 

LE 120 GIORNATE DI SODOMA DI SADE

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Questo è il peggio del peggio. E’ l’autore che io non leggerò mai più in assoluto (se non forse i suoi diari, che mi sono stati regalati cinque anni fa). I racconti, in realtà, li avevo considerati anche abbastanza positivamente, sì un po’ particolari e di dubbio gusto, ma comunque accettabili. Le 120 giornate di Sodoma, invece, mi ha talmente disgustata, talmente scioccata da non voler più vedere Sade neppure da lontano. Il modo in cui la donna, ma anche il copro umano, viene profanato, umiliato, mutilato, considerato poco meno di un oggetto di scarto, mi ha veramente sconcertato. E tutto per cosa, poi? Piacere sessuale? No, sadismo mascherato da piacere sessuale. A pensarci mi vengono ancora i brividi…

E voi? Quali sono gli autori che non leggerete mai più?

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