Home » Storia della pioggia di Niall Williams

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Recensione

Ho comprato questo libro per caso, attirata dalla trama, attirata dal fatto che la giovane protagonista, bloccata a letto a causa di una malattia, fa girare le sue giornate attorno alla letteratura, la lettura dei grandi classici e dei poeti, e mi sono ritrovata tra le mani un piccolo gioiello da qui traspare tutto l’amore e la stima non solo per i capolavori letterari, ma anche per la vita di alcuni grandi e famigerati scrittori del passato, in special modo per Robert Louis Stevenson (che non amo molto) e Charles Dickens, che io stessa ho amato in Grandi speranze.  Scritto in maniera sublime, scorrevole e accattivante, sembra di stare davvero nella campagna irlandese di cui parla l’autore, sembra di vedere davvero il grande fiume scorrere e inondare i campi e tutt’attorno nei periodi di pioggia; sembra di sentire davvero i chiacchiericci insistenti della gente di paese che spettegola, ma si rende disponibile nei momenti di bisogno; sembra davvero di famigliarizzare con i tanti testi, classici, le poesie e i romanzi citati. Ho sottolineato righe e righe di questo romanzo. Una meraviglia. Consigliatissimo

 

 

Trama

Ruth Swain è malata. Ha soltanto diciannove anni, ma è costretta a trascorrere le sue giornate a letto, nella mansarda della fattoria di famiglia sperduta tra i campi irlandesi battuti incessantemente dal vento e dalla pioggia.
Ruth ha però un tesoro inestimabile sparso attorno al suo letto: 3.500 volumi provenienti dalla libreria di suo padre: romanzi, racconti e versi attraverso i quali avventurarsi su sentieri sconosciuti, vivere vite altrui piene di amori e passioni travolgenti e, soprattutto,carpire segreti, svelare misteri, in primo luogo quello che avvolge l’esistenza di Virgil, suo padre. Divora perciò pagine e pagine di Dostoevskij, Dickens, García Marquez e altri grandi scrittori nella speranza di comprendere la propria storia, l’ossessione che ha segnato le vicende della sua famiglia, iniziata con la fallimentare ricerca da parte del bisnonno di una perfetta condotta morale e culminata con il tragico destino di suo padre che, la notte in cui nacque lei e Aeney, il fratello gemello, travolto da un’entusiasmante ispirazione, si scoprì poeta e, il giorno in cui Aeney annegò, realizzò di non essere più in grado di scrivere un solo verso.
Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista tra i libri e legge e raduna tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, le foto delle funzioni del reverendo suo bisnonno, e quelle di suo figlio Abraham; le raccolte di poesie del padre, le sue sgualcite riviste di pesca al salmone. E quando si imbatte nelle opere rimaste incompiute di Virgil, e comprende che si raccontano storie per rimanere in qualche modo vivi, sa di avere un ultimo compito da assolvere prima di morire: narrare in un libro la storia di suo padre, pescatore e poeta.
Con una protagonista memorabile e una storia romantica permeata dello spirito vero dell’Irlanda, Niall Williams – finalista al Man Booker Prize 2014 – compone un inno alla letteratura e al potere curativo dei libri.

 

 

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