Home » La riva delle sirti di Julien Gracq

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Autore: Julien Gracq
Genere: Narrativa
Prezzo: € 21,00
Prezzo ebook: € —
Data pubblicazione: ottobre 2017
336 pagine
Editore: L’orma editore

Trama

Esiste un classico di coinvolgente bellezza, un libro essenziale, un romanzo perfetto che è rimasto pressoché ignorato dalle lettere italiane, e che ha invece marchiato a fuoco il Novecento francese: La riva delle Sirti di Julien Gracq, opera che tra Storia e mito racconta la decadenza e la rovina di un’intera civiltà. Una guerra ormai sopita, eppure mai ufficialmente conclusa, tiene in scacco da trecento anni la fittizia repubblica di Orsenna, ricca di tradizioni e povera di futuro. L’attesa – questa paralisi della speranza – consuma la vita di Aldo, un giovane dell’aristocrazia cittadina piombato dagli agi e dalla spensieratezza della capitale alle sperdute e silenti lande di una sonnecchiante frontiera. Julien Gracq racconta il dolce perdersi di una vita e il lento naufragare di un popolo, descrive i costumi, i palazzi e le leggende di un Paese immaginario, dipingendo con insuperabile maestria le vedute di un paesaggio avvolto in una «fantasmagoria di brume» da cui emergono le figure solide, nitide, del capitano Marino, dell’ufficiale Fabrizio, della splendida Vanessa, e anche – paradossalmente – del minaccioso e mai avvistato nemico d’oltremare. In un’atmosfera metafisica – come sospesa tra Il deserto dei Tartari, la sontuosità di Proust e la vastità di Conrad – l’assurdo e il misterioso si accendono inaspettatamente dando vita alle fiammeggianti «verità intellettive» che puntellano questa avventurosa metafora dell’esistenza in cui ogni frase è intrecciata come i fili di un arazzo, ogni parola è potente, centellinabile come un liquore raro, dal fascino indiscutibile. 

 

 

Julien Gracq

Julien Gracq (pseudonimo di Louis Poirier, 1910-2007) è un autore cruciale del Novecento, la cui opera costituisce un autentico monumento letterario studiato e venerato da generazioni di lettori. Scrittore “tardivo” e poliedrico, insegnante dalla puntigliosa precisione, critico spietato con una particolare avversione per gli esistenzialisti, negli anni Trenta si inserisce nel dibattito letterario sul surrealismo divenendo amico e sodale di André Breton. In seguito alla polemica scaturita dal suo plateale rifiuto del premio Goncourt (assegnatogli nel 1951 proprio per La riva delle Sirti) si rifugia in un orgoglioso eremitaggio artistico tra Parigi e la sua casa di famiglia sulla Loira. È stato uno dei pochi scrittori francesi a essere pubblicato nella «Bibliothèque de la Pléiade» ancora in vita. Alla sua morte ha lasciato migliaia di pagine da pubblicare solo dopo vent’anni dalla sua scomparsa.

 

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