Home » Recensione La collezionista di libri proibiti di Cinzia Giorgio
la-collezionista-di-libri-proibiti_8037_ Fra gli innumerevoli romance e i numerosi thriller, la Newton Compton Editore questa volta ha saputo toccare le profonde corde della mia passione per i libri e il mio interesse, già in passato esternato, per la letteratura medievale con un narrativa d’eccezione.
Un romanzo che ha saputo emozionarmi e stimolarmi, in grado di accendere quel tasto dentro di me, e che non sapevo neppure (quasi) di avere, per i libri antichi. Un libro intenso, il migliore, classici esclusi, che abbia letto in questo 2016. E, numeri alla mano, credo di potermi assolutamente permettere di scrivere tale affermazione, visto che La collezionista di libri proibiti (Newton Compton Editori, pp. 281) di Cinzia Giorgio è, ad oggi, la mia settantaseiesima lettura.
In primis l’ambientazione: Parigi e Venezia. Una città, quest’ultima, che amo molto, vissuta, anche, attraverso gli occhi e gli scritti di Veronica Franco, una cortigiana e poetessa del ‘500 finalmente definita veneziana o cittadina della Serenissima, e non italiana, come molti testi, online e non, riportano. Un errore storico molto comune purtroppo, visto che l’Italia è nata qualche secolo dopo, e che nessuno o quasi tende a rettificare. Conoscevo già la Franco, ma non ho mai approfondito, e neppure mai letto qualcosa di suo, e ora che l’ho fatto mi ha davvero colpita.
E’ magica, poi, l’atmosfera che, grazie alla penna precisa, fluida e armoniosa dell’autrice, si respira nella bottega di Anselmo. Un luogo speciale, il richiamo ideale per qualsiasi appassionato di libri, antichi e moderni. Se Parigi è spettacolare, bella e intensa, niente può eguagliare la magnificenza e lo splendore di Venezia: nell’architettura, nella letteratura, nell’arte e nella storia. E tutto questo si trova qui, nelle pagine della Giorgio.
Non si può non innamorarsi di Olimpia e Davide. Sono due personaggi, due protagonisti riuscitissimi, appassionati e sofferti. Li ho apprezzati molto. Ho amato la passione e la fermezza di Olimpia così come ho odiato l’apatica, placida rassegnazione di Davide. Perché Olimpia è come Veronica: forte, decisa, unica e passionale.
Irriverente e singolare, impossibile non ammirare, anche il personaggio di Peggie.
Unico punto debole del romanzo? Non si vorrebbe mai finire di leggerlo.
Cinzia Ceriani

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